Certificato di Proprietà

Sir Mashenron

Progetto "Serenità Pungente"

La spada realizzata ha la particolarità di basare parte delle sue forme e delle sue linee su quelle di una scimitarra, in particolare nel Debole della lama, rendendola perciò una spada da taglio e non da affondo, vista anche la presenza di una guardia sull’impugnatura che impedirebbe anche il gesto diretto dell’affondo. Inoltre; poiché presenta una lunghezza totale di 58 Cannelle, questa spada può essere catalogata come Spada Corta. Andando ad esaminare più nello specifico le dimensioni dell’arma, si noterà che la lama utile: ovvero la parte di lama che sostanzialmente può infliggere danno ad un ipotetico avversario, sia solo di 40 cannelle rispetto alla lunghezza di tutta l’arma. A questo “spreco” però si è ovviato andando a realizzare la parte centrale della lama più ampia (circa 5 cannelle di larghezza) andando anche a fornire alla lama, nella sua parte centrale, lungo il cosiddetto Piatto della Lama, uno spessore di poco superiore a metà cannella. L’arma ha complessivamente un peso di poco inferiore al Rubbio.

La lama è stata realizzata mediante l’unione di una barra di ferro accidioso e una di ferro dolce, saldate tra loro a seguito di una lunga battitura a colpi di maglio non appena le barre venivano tolte dalla brace della forgia, in modo che il metallo incandescente si saldasse perfettamente; in quanto, un’errata lavorazione fa perdere alla lama la stabilità nella struttura interna. Dopo quest’iniziale saldatura, si è iniziato a lavorare la barra grezza andandola a ripiegare su se stessa più e più volte, saldando di volta in volta il tutto con lo stesso procedimento usato per la prima saldatura delle due barre. In questo modo dagli originali due strati si è arrivati a circa 10 strati, andando a donare alla barra prodotta una struttura ne troppo dura ne troppo morbida, al fine di ottenere una lama equamente solida e resistente, ma al contempo flessibile. Fatto ciò, si inizia a lavorare la barra per ottenere la lama vera e propria. Prima di tutto si batte la lama con il maglio, sull’incudine, in modo da ottenere lo spessore designato, tranne la parte terminale ove si lascia un blocco più spesso e più largo di metallo, in modo da potervi ricavare l’impugnatura. Questa metodologia permette di creare un’unica solida spada; in quanto, andando a creare separatamente lama e impugnatura, si rischia che, a causa di un errato processo di saldatura delle due parti, un violento impatto della lama potrebbe andare a lesionare questa unione e causarne una successiva rottura.

In una seconda fase di lavorazione della lama, ancora grezza, si è modellato la stessa con precisi colpi di maglio, mentre la lama era poggiata sulla parte curva dell’incudine, al fine di dare la curvatura alla punta, aiutandosi in fine con dei precisi passaggi alla mola per rendere ancora più definito il disegno curvo nel debole della lama. Per terminare le modifiche alla struttura della lama si è infine eseguita la “scalatura” del lato dritto della lama in modo da dare alla stessa una sezione triangolare; il tutto lasciando una nervatura piatta tra il dorso della lama e il centro della lama, questo fino ad arrivare all’inizio del restringimento della lama per la creazione della punta. Sul dorso della lama, alla base di essa, detta forte, si è proceduto alla creazione di una seghettatura mediante dei brevi passaggi alla mola e successiva rifinitura mediante l’utilizzo di lime adatte al metallo. Questo dettaglio più che per un fine pratico è stato realizzato per un fine estetico, come le due semirette parallele ai cui capi vi sono delle punte a forma di freccia, ricavate mediante cesellatura a bulino. Per terminare la lavorazione della lama è stato realizzato il filo sul lato dritto mediante utilizzo a principio di rapide passate alla mola, per poi terminare con un’affilatura manuale. Per il dorso dell’arma non è stata realizzata un’affilatura precisa, bensì è stato solo rifinito il bordo creando così la normale sezione simil triangolare, ma con un falso filo; in quanto, osservando in sezione quella porzione di lama, ci si può rendere conto dell’elevata ampiezza della punta del “triangolo”. Ultima ma non meno importante fase, è la tempratura della lama, utile ad imprimere un ultimo stadio di durezza e compattezza alla lama. Innanzitutto si è utilizzata una tecnica utilizzata dai Fabbri Esperti nella realizzazione delle Katane per la tempratura delle loro spade, ovvero andando a coprire con della creta o argilla il filo della lama, in quanto un'eccessiva durezza di questo può far si che in caso di urto contro una superficie dura, quale ad esempio un'altra spada o un'armatura in metallo, il filo possa spezzarsi come fosse di vetro. Dopo questo accorgimento si è proceduto a portare la lama ad alte temperature mediante l'esposizione diretta alle fiamme sulla brace, e successivamente alla sua estrazione, immersa in un recipiente d'acqua, andando così a raffreddare di colpo il metallo, come a traumatizzarlo. A seguito della presenza della creta a coprire il filo della lama durante la tempratura, sopra la lama stessa è andato a realizzarsi un lieve scurimento della lama, cosa che non è avvenuta sul filo, lasciando lungo tutta la sua lunghezza una striscia più chiara del resto della lama, il cui bordo interno ha un profilo ondulato.

 

 

Finita la lavorazione della lama si è iniziato a procedere alla lavorazione del blocco alla base della lama (ovviamente quest’ultima è stata avvolta in uno spesso panno in cuoio onde evitare di danneggiarla con eventuali colpi di maglio mal mirati). Come prima cosa si è proceduto ad incidere una lieve traccia sul metallo, disegnando quella che doveva diventare l’impugnatura e l’elsa, iniziando poi un lungo e preciso lavoro di modellamento dei lati esterni e tra foratura della parte centrale, ottenuta mediante un iniziale riduzione di spessore della parte da rimuovere mediante brevi passaggi con il bordo della mola, per poi procedere ad un certosino lavoro con uno scalpello di piccole dimensioni e un martello, adoperati dopo che il metallo è stato portato ad alte temperature, cosa altrimenti impossibile. Dopo aver praticato questi fori nella superficie da rimuovere, si è iniziato a lavorare con le lime, metodo molto più sicuro per poter rifinire il tutto ed evitare danni poco recuperabili.

I bracci dell’elsa hanno la particolarità di non essere alla stessa altezza sulla spada, bensì quello sul dorso della lama risulta essere più in alto rispetto a quello sul lato dritto della stessa. Entrambi sono lunghi poche cannelle, andando poi a terminare con uno sperone rivolto verso la lama, dalla forma simile ad un dente canino (molto pronunciato, ergo d’animale carnivoro) visto di lato, ma con la peculiarità che a poco meno di una cannella dal lato esterno di questi speroni, si vada a creare una specie di lama priva di un filo, ma la cui punta può infliggere non poco danno. Sul lato dritto dell’arma è stata creata una particolarità, ovvero la possibilità di impugnare l’arma, sempre con una mano, ma in una posizione completamente coperta dalla guardia, oppure con massimo due dita oltre l’elsa, visto innanzitutto il poco spessore di quest’ultima, ma anche delle due concavità semicircolari che sono state create tra l’elsa e il filo della lama. Per quanto riguarda la guardia, questa presenta una seghettatura sul lato esterno molto blanda, simile a quella sul forte del dorso della lama, perciò a scopo puramente estetico. La parte terminante della spada, il cosiddetto pomo, ha una forma slanciata, che prosegue la forma curva del dorso dell’impugnatura per poi terminare in una punta priva d’alcuna affilatura, ma che non impedisce di infliggere un adeguato danno con un colpo di piatto ben assestato.

Su tutta la superficie dell’impugnatura, compreso il dorso della stessa, sono stati riportati dei disegni floreali di natura astratta, realizzati in due fasi sostanzialmente. La prima fase prevedeva la realizzazione di una traccia mediante incisione del metallo, per poi iniziare una rimozione delle zone circostanti le figure mediante una precisa e delicata cesellatura a bulino, in modo da creare un rilievo delle stesse, per poi rifinire il tutto andando a creare gli sbalzi interni alle figure per meglio definire le lunghe foglie e i petali dei fiori. Nella seconda e ultima fase si è proceduto ad utilizzare un acido che intaccasse il metallo per creare un effetto di brunitura dello stesso, cosa non realizzabile con il metodo tradizionale in quanto si andrebbe a brunire tutta l’arma. Pertanto l’acido è stato messo in opera mediante una sottile barra di vetro, in modo da colarne le poche gocce necessarie e rimuoverle subito dopo mediante immersione in una soluzione salina.

Come parte finale della lavorazione si sono realizzate le due facce dell’impugnatura, interamente in avorio finemente lavorate e sagomate per garantire la comodità della presa della mano sull’impugnatura. In seguito sono state rese lucide mediante l’utilizzo di specifici prodotti ed adeguati trattamenti, andandole poi ad applicare nelle loro postazioni ricavate modellando il metallo dell’impugnatura, permettendo così un’ottima coesione tra le parti mediante anche ad un semplice sistema ad incastro, unione anche aumentata con l’utilizzo di collage naturale.

Lot, li Anno XI - Mese 2° - Giorno 28

 

 

Certificato Redatto da Sir Mashenron

Mastro Fabbro per un Giorno nella speciale iniziativa " Cittadini alle Armi"

Il presente certificato non può essere venduto o modificato.

Stesura Ultima di Silvoerolus

Vice Coordinatore dei Mastri Fabbri della Masseria di Extremelot

Referente del Concorso